I film di Tanner vivono proprio sulla giustezza del tono: facendo propria la lezione di Godard, ma arricchendola di annotazione annotazioni poetiche e liberandola da molti e velleitari cascami intellettualistici, Tanner riesce a fare della critica sociale con la poesia. Le immagini del film, il ritmo del montaggio, i dialoghi, la direzione degli attori portano tutti ad una delicatezza di tocco, ad una sensibilità dell'osservazione che, in un senso, contrastano singolarmente con certe rigide strutture della realtà svizzera osservata, ed in un altro conducono invece ad una poetizzazione di quelle strutture tipicamente nostre. Ed è in questo che il cinema di Tanner appare come il primo vero esempio di cinema autenticamente svizzero.